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Arte Musicale, a cura di C. V. Cattaneo

Carlo Vittorio Cattaneo, o autor do primeiro trabalho acadêmico sobre Jorge de Sena, e o único que este teve em vida, retornou em várias oportunidades à obra seniana — quer em ensaios, quer em traduções para o italiano, conforme se comprova na bibliografia abaixo listada. Como exemplo dessa "fidelidade" e do amplo conhecimento sobre obra tão vasta — embora sem descurar de outros nomes de prestígio da Literatura Portuguesa –, reproduzimos a seguir o estudo introdutório à tradução que assinou de Arte de Música, publicada em 1993 pela Ed. Empirìa, de Roma.
 

La letteratura portoghese ha prodotto, in questo secolo, alcuni autori di assoluto valore internazionale che meriterebbero ben altra attenzione editoriale e critica dalla società letteraria italiana. Due di essi, Fernando Pessoa e Jorge de Sena, hanno avuto in comune non soltanto l'alta qualità dell'opera ma anche una singolare caratteristica: l'ansia di voler scrivere tutto. Sono passati con disinvoltura da un genere letterario all'altro (poesia, narrativa, saggistica, teatro, ecc.) e — all'interno d'un singolo genere, ma soprattutto all'interno della creazione poetica — si sono confrontati con scelte stilistiche molto varie su una base di contenuti programmaticamente illimitata. Se un giorno qualcuno si deciderà ad analizzare in parallelo le loro opere, scoprirà che quella comune caratteristica ha prodotto effetti opposti: un 'esplosione nel primo e un'implosione nel secondo. Da un lato, infatti, abbiamo l'individualità Fernando Pessoa che si moltiplica in un gran numero di eteronimi, ognuno dei quali diviene titolare di determinate scelte stilistiche e di precisi contenuti. Dall'altro una folla, anche più numerosa, di scelte stilistiche e di contenuti confluisce dentro l'unificante individualità chiamata Jorge de Sena. Comunque, sia per i frammenti creativi che esplodono da un unico centro, sia per quelli che implodono verso un unico centro, vale la medesima regola: il loro creatore li considerava inseriti in un progetto unitario (in un'Opera, con la maiuscola ovviamente) e sono quindi legati tra loro da una fitta rete di rispondenze. Ciò significa, ad esempio, che se si cerca di analizzare un testo senza porlo in relazione con tutto ciò che l'autore ha prodotto, le possibilità d'interpretazione riduttiva (o addirittura, nei casi estremi, di fraintendimento) sono decisamente alte. A tal proposito ho avuto modo di fornire — in passato e in altre sedi — alcuni esempi, uno per Pessoa e vari per Jorge de Sena, di come possa cambiare radicalmente la valutazione di una poesia o di un racconto qualora vengano inseriti nella trama dell'intera produzione dello scrittore.

Il presente Arte musicale (Arte de Mùsica) si apre con una poesia — dedicata a «La cathédrale engloutie» di Debussy — nella quale Jorge de Sena descrive il sorgere del suo primo moto creativo, avvenuto nel 1936 dopo aver udito alla radio quel preludio. L'episodio biografico è da accettare con molte cautele perché, come dovrebbe essere noto, un poeta mente anche quando dice la verità e dice la verità anche quando mente. L'aspetto da segnalare è piuttosto quello della poetica che troviamo spiegata in versi molto espliciti. Le dissonanze del brano musicale «erano l'immagine tremolante / di quegli spacchi tenui che nella vita, / nella mia e nell'altrui, o c'erano o mancavano». Quando c'è il primo tentativo di esprimersi in poesia «le fessure della vita mi si aprirono per sempre, / benché il senso di molte io lo capissi soltanto più tardi». L'essere diventato poeta trasforma colui che sembrava destinato ad un futuro da «pover'uomo» in un individuo dall'inquietante destino: «questa disgrazia impotente d'agire nel mondo, / e che solo sa negarsi e costringermi ad essere / colui che lotta nel vuoto di se stesso e degli altri». Insomma, il cambiamento intervenuto nella propria esistenza viene così sintetizzato: «Passai ad essere questa somma ostinata di ciò che non esiste: / esigenza, ansia, dubbio, e gusto / d'imporre agli altri la visione profonda, / non la visione che fingono, / ma la visione che rifiutano». Nei versi citati troviamo indubbiamente delle analogie con la teoria del voyant di Rimbaud. Ci sono queste fessure nel tessuto della realtà quotidiana che sarebbero certamente sfuggite all'attenzione del pover'uomo e alle sue visioni di comodo, ma per un poeta dotato di visione profonda esse sono delle vere e proprie finestre spalancate. La capacità di vedere cosa c'è sotto la superficie illusoriamente compatta sulla quale crediamo che poggi la nostra vita, trasforma il poeta in un individuo «diverso» che cerca d'imporre agli altri una visione dell'esistenza che essi non vogliono conoscere perché troppo inquietante. Per lo stesso motivo Rimbaud aveva usato la definizione «horrible travailleur». Questo senso angoscioso della «diversità» di chi scrive poesia lo troviamo ripreso in alcune stupende pagine del romanzo postumo Sinais de Fogo, purtroppo ancora inedito in Italia.

Bisogna dire, però, che mentre il voyant Rimbaud s'era indirizzato verso un volo metafisico, Jorge de Sena ha cercato di restare maggiormente ancorato all'uomo e alla realtà. Il risultato è una concezione strenuamente etica della vita e ciò che egli vede attraverso quelle fessure è quasi sempre tutto quello che gli altri si sforzano di non vedere o, peggio, non riescono più a vedere. Dato che la cecità volontaria — o imposta dall'esterno — è al servizio di un rassicurante immobilismo, ecco che divulgare la visione profonda permette al poeta di contribuire ai cambiamenti della storia e della società. Riferendosi alla propria poetica Jorge de Sena ha usato tre parole che possono esserne la sintesi. Alla base dell'esistere e dello scrivere c'è la fedeltà (fidelidade): «La mia poesia (…) rappresenta (…) un desiderio di esprimere ciò che intendo sia la dignità umana: una fedeltà integrale alla responsabilità di stare al mondo». Su tale base si articola il rapporto tra testimonianza (testemunho) e linguaggio (linguagem): «La testimonianza è, nella sua aspettazione, nel suo discernimento, nella sua vigilanza, la più alta forma di trasformazione del mondo, perché in essa, con essa e attraverso essa, che è soprattutto linguaggio, si verifica il rimodellamento degli schemi fatti, delle idee accettate, dei costumi sociali inconsapevolmente vissuti, dei sentimenti convenzionalmente controllati. (…) Rendere testimonianza di ciò che, in noi e attraverso noi, si trasforma, ed essere perciò capace di comprendere tutto, di riconoscere la funzione positiva o negativa (ma funzione) di tutto, (…) ecco ciò che è stato, ed è, per me la poesia».

Comprendere tutto e testimoniarlo: parte da qui la spinta basilare che provoca l'implosione cui prima facevo riferimento. Nulla deve essere considerato indegno di un esame attento e nessuna tipologia di utilizzo del linguaggio va scartata a priori. È chiaro che, partendo da queste convinzioni, Jorge de Sena non era certo destinato ad essere un autore monocorde. Scorrendo la sua bibliografia si nota immediatamente che ha praticato quasi tutti i generi letterari, con uguale abilità e considerando attività creativa anche la corrispondenza (di cui, fortunatamente, conservava una copia) e le conversazioni che purtroppo restano solo nella memoria degli amici. Credo di non aver mai conosciuto un uomo per il quale vivere e creare siano stati degli atti a tal punto similari. Parallelamente ha sfruttato sia la curiosità insaziabile che la memoria prodigiosa per trattare gli argomenti più disparati, da quelli convenzionalmente poetici a quelli altrettanto convenzionalmente non poetici. Utilizzando di nuovo la metafora dell'implosione, vorrei ricordare ancora una volta che tutti i frammenti creativi possono essere visti come un certo numero di flussi tematicamente aggreganti che vanno a fondersi in quella unicità chiamata Jorge de Sena. In altri termini: tutta l'opera è attraversata in orizzontale da una serie di isotopie semantiche tra le quali intercorrono numerosi contatti in verticale.

La produzione poetica è il più chiaro esempio sia della vastità della scelta tematica sia della varietà di soluzioni tecniche adottate. Incontriamo il tema speculativo e quello sarcastico, l'amore domestico e il sesso da trivio, la descrizione paesaggistica e l'indignazione politica, la notazione erudita e l'invettiva plebea, lo struggimento dell'esule e la spigliatezza da cittadino del mondo, il complesso rapporto con la divinità e l'ironica esaltazione del diavolo, la meditazione su opere figurative o musicali e la descrizione degli aspetti più volgari dell'uomo. L'elenco è ovviamente molto più lungo, ma basti ricordare che la teoria della testimonianza nel corso degli anni s'integrerà con il concetto di circostanzialità; ciò significa che ogni circostanza dell'esistere, dalla più importante alla più banale, viene ritenuta degna di essere esaminata ed eventualmente tradotta in poesia. Quanto alla tecnica con cui effettuare tale traduzione, c'è una sola regola: qualsiasi soluzione è accettabile purché sia funzionale. Ed in effetti troviamo di tutto: da un tono alto di matrice camoniana al linguaggio colloquiale, da una sintassi tradizionale (anche se spesso sapientemente stravolta) ad una parzialmente arbitraria, da una meticolosa ricerca della parola esatta alla più completa invenzione linguistica; insomma: dal sonetto delia più pura tradizionépetrarchesca al verso libero.

Molto di quanto appena detto lo possiamo facilmente riscontrare in Arte musicale che forma, con Metamorfosi (Metamorfoses, già pubblicato in questa stessa collana), un dittico di poesia tra la più alta del dopoguerra. Nel libro gemello gli oggetti di trasfigurazione poetica sono rappresentati da prodotti delle arti figurative; qui invece è chiamata in causa la musica. In entrambi i casi viene sviluppato un complesso rapporto tra la poesia e un'altra forma di creazione artistica, con il risultato di ottenere multiple intersezioni tra due differenti modelli: quello letterario e quello figurativo in Metamorfosi, quello letterario e quello musicale in Arte musicale. Il modello importato si trascina dietro, quali sedimenti della propria specificità, tutta una serie di elementi extratestuali il cui indice di presenza sarà tanto più elevato quanto maggiori saranno le informazioni e le competenze, anche tecniche, del poeta. A questo si aggiunga l'ulteriore commistione fra l'extratesto comunemente reperibile nell'attività poetica seniana (particolarmente ricco, data la sterminata cultura dell'autore) e quello di specifica importazione. Un esempio facilmente riscontrabile nel presente libro è quello dell'inserimento d'un musicista (Chopin, Berlioz, Smetana, ecc.) non solo nel punto che gli spetta della sequenza storico-tecnica della sua disciplina (con eventuali relative problematiche), ma anche e soprattutto in quella storia dell'umanità (con particolare riferimento agli aspetti politici ed etici) che spunta dovunque negli scritti seniani rivelando la ricchezza e la complessità della sua Weltanschauung. D'altronde, nella postfazione viene sì affermato che «la musica è (…) la sua stessa tecnica», ma solo dopo aver chiarito che «intenderla come forma in sé non ci obbliga a prenderla come una cosa disumana, senza contatto con la realtà della vita e dell'umana esperienza, e senza correlazione con un contesto culturale».

Anche la varietà delle soluzioni linguistiche, metriche e di più generale strutturazione dei testi poetici, viene arricchita dall'extratesto importato dal modello musicale (si noti, ad esempio, il singolare uso metonimico — ma anche sinestetico — ottenuto da specifici termini musicali incastrati in una descrizione paesaggistica nella strofa iniziale della Water Music). Sull'argomento, che io potrei trattare solo superficialmente per inadeguata conoscenza tecnico- musicale, ha scritto molto Francisco Gota Fagundes e il lettore interessato potrà trovare abbondanza di studi critici nel suo libro A poet's way vjith music: Humanism in Jorge de Sena's poetry, Gàvea-Brown, Providence RI. 1988. Tra le molte e interessanti osservazioni di Cota Fagundes mi è qui utile citare una classificazione dei principali tipi di approccio all'argomento musicale da lui esaminati nella prefazione alla versione inglese del libro (Art of music, University Editions, Huntington W. V. 1988, con traduzione dello stesso studioso e di James Houliham): descrittivo, imitativo, interpretativo, testuale e personale. Il tipo (o più tipi incrociati) di approccio influenza spesso le scelte tecniche del poeta, all'insegna di quel «tutto osare» che caratterizza la sua opera e la rende un laboratorio di sperimentazione continua. Tutto ciò (e, ovviamente, anche il molto che non è stato detto in questa che vuole essere soltanto una prefazione) rende Arte musicale — così come il gemello Metamorfosi — un libro prezioso per la verifica di quelle osservazioni di carattere generale sulla poetica seniana che ho sintetizzato all'inizio e per capire meglio cosa intendessi con la metafora dell'implosione.

Vorrei terminare ricordando che la poesia di Jorge de Sena non è per quei palati poco esigenti che cercano testi dal fascino immediato e quasi sempre caduco; non lo è per la sua cronica incapacità di scrivere anche un solo verso senza pensare. Non voleva fornire emozioni: fedele alla sua missione di testimonianza, ha fornito solo pensiero: un pensiero spesso complesso e quasi sempre sgradevole come tutte le verità che nascondiamo a noi stessi. Per capire a fondo una sua poesia bisogna quindi pensare, esercizio sicuramente arduo per chi vive in una società il cui imperativo di base è: non pensare, consuma. Ciò contribuisce a far capire come mai un così grande scrittore abbia ottenuto finora, in patria e all'estero, dei riconoscimenti assolutamente inferiori ai propri meriti. Ed anche a spiegare la strenua fedeltà di coloro che non hanno esitato ad accettare la sfida — dura, a volte sarcastica, sempre umanissima — che questo scomodo lusitano ha voluto lanciare alla nostra intelligenza.

Roma, 1993

Carlo Vittorio Cattaneo

 

Bibliografia de Cattaneo sobre JS:

Traduções:

1. Esorcismi (antologia), Accademia, Milano, 1975. Trad. Carlo Vittorio Cattaneo
2. Su questa spiaggia, Fogli di Portucale, Roma, 1984. Org. e trad. Carlo Vittorio Cattaneo e Ruggero Jacobbi
3. Metamorfosi, Empirìa, Roma, 1987. Trad. e pref. Carlo Vittorio Cattaneo
4. Storia del peixe-pato, Empirìa, Roma, 1987. Trad. Carlo Vittorio Cattaneo
5. La notte che era stata di Natale (antologia), Empirìa, Roma, 1990. Trad. Carlo Vittorio Cattaneo
6. Arte musicale, Empirìa, Roma, 1993. Trad. e pref. Carlo Vittorio Cattaneo
7. Scorribande del demónio (antologia), Empirìa, Roma, 2006. Trad. Carlo Vittorio Cattaneo e Vincenzo Barca

Alguns Ensaios:

1. Una poesia di Jorge de Sena: Studio di strutture (Tese de Licenciatura), Università degli Studi di Roma, 1970
2. "Testemunho e linguagem". In: Lisboa, E., org. Estudos sobre Jorge de Sena, Lisboa, IN-CM, 1984, p. 239-58
3. "Alcune ipotesi intorno al 'Peixe Pato'". Picchio, L. S., org. Quaderni Portoghesi, nº 13/14, Pisa, 1983, p. 175-200
4. "«Genesis»: os contos juvenis de Jorge de Sena". In: Revista Colóquio/Letras, n.º 87, Set. 1985, p. 71-73.
5. "Deus e deuses na poesia de Jorge de Sena". Fagundes, F.C. & Ornelas, J.N, org. Jorge de Sena: o Homem que sempre foi. Lisboa, ICALP, 1992, p. 25-81